La dittatura dei mercati ? Un mondo diverso è possibileDiscorso d’apertura di Bernard Cassen, presidente di ATTAC
Signori
presidenti, cari amici e compagni di lotta, Giusto
un anno fa, quando stavamo per fondare, qui in Francia, l’Associazione
ATTAC, noi non immaginavamo che in un tempo così breve si sarebbe creato un
movimento internazionale vasto, incarnato in questa sala dalle circa 80
delegazioni venute dai quattro angoli del pianeta e che vi saranno presentate
da Susan George. Al di là delle nostre differenze e della diversità delle
nostre situazioni, ciò che ci riunisce oggi è una diagnosi comune, ma anche
una volontà comune, di cui fa fede il titolo stesso di questi incontri :
“ La dittatura dei mercati ? Un mondo diverso è possibile. ” La
diagnosi comune è ben effettivamente quella delle devastazioni
dell’onnipotenza dei mercati finanziari. Mercati tanto liberticidi e tanto
funesti su scala internazionale quanto le peggiori tirannidi politiche e
militari dei tempi moderni. La nostra volontà comune è quella di rifiutare
tale dittatura e di lottare per ottenere che si realizzi un mondo diverso,
perché noi pensiamo che effettivamente questo mondo diverso è possibile. Insieme
alle reti internazionali associate ad ATTAC nella preparazione di questi
incontri – il Comitato per l’annullamente del debito del terzomondo, il
Coordinamento contro l’AMI e i suoi cloni, il Forum Mondiale degli
Alternativi et DAWN, ossia Alternativa di Sviluppo per le Donne in una Nuova
Era -, con voi tutti che rappresentate le forme più diverse dell'impegno
politico, sindacale, sociale e civile dell'Africa, del Vicino Oriente,
dell’Asia, delle Americhe e dell’Europa, noi costituiamo, in modello
ridotto, la rappresentanza di un vero arcipelago internazionale di lotta
contro l’egemonia della finanza e contro ciò che chiamerei volontieri il
politburo dell’Internazionale ultraliberale. Questo
Politburo, che ha come principali membri la Banca Mondiale, il FMI, l’OCDE,
l’OMC et il G7, tenta con tutti i mezzi a sua disposizione – e sono
numerosi e potenti – di assimilare al bene comune universale ciò che non è
di fatto che la gestione implacabile del capitale internazionale. Ho
parlato di arcipelago internazionale delle lotte. Un arcipelago è composto di
isole e di isolotti. Dappertutto, in tutti gli angoli del mondo, esistono
queste isole e questi isolotti di lotta : per l’accesso alla terra,
all’acqua, alla salute, all’educazione, al sapere, all’impiego, ai
diritti civili, sindacali e democratici, per l’eguaglianza fra uomo e donna.
Ma quelli e quelle che conducano queste lotte, lo fanno sovente in modo
parallelo e isolato, senza avere coscienza del loro numero. La quasi totalità
dei grandi media non fanno evidentemente niente per favorire questa presa di
coscienza. Se consacrassero tanto spazio a recensire queste isole e questi
isolotti di lotta quanto ne dedicano alle operazioni finanziarie, alle fusioni
di imprese e ad altre attività
quatidiane del capitale, si vedrebbe apparire effettivamente un ben diverso
paesaggio internazionale. Uno
dei primi meriti del nostro raggruppamento, è quello di dare una visibilità
globale a delle lotte che restano atomizzate e che si ignorano l’un
l’altra. Ed è anche quello di mostrare la loro coerenza e la loro
convergenza. Durante i tre giorni noi analizzeremo, noi scambieremo le nostre
esperienze e noi elaboreremo delle proposte d’azione per i mesi e gli anni a
venire. Soprattutto, noi impareremo a conoscerci in seno ad uno
stesso paese, in seno ad uno stesso continente e fra i continenti. Noi getteremo delle passerelle e dei ponti tra di
noi.
Internet
e le reti elettroniche sono un gran bene, tutto questo è persino divenuto
indispensabile, e ci dobbiamo felicitare che questo straordinario strumento di
comunicazione di cui le multinazionali hanno fatto uno degli elementi maggiori
del loro potere, possa anche ritorcersi contro di loro e servire altri fini
che il profitto. Ma niente può sostituire i contatti personali, il calore
umano che generano e le promesse di attività coordinate che fanno emergere.
A
questo proposito, gli scambi che noi avremo fra noi al di fuori di questa
arena, durante i pasti presi in comune, con i partecipanti ai meeting delle
città che noi accoglieremo questa sera e domani sera, nel métro che ci
conduce qui all’università di Saint-Denis, e nel fraterno gomito a gomito
delle nostre manifestazioni di sabato prossimo, avranno almeno altrettanta
importanza di ciò che noi dibatteremo e decideremo nei nostri atelier di
lavoro. Questo fattore umano non è soltano, per parlare come gli
amministratori delle imprese, un valore aggiunto al nostro incontro. Ne
costituisce l’essenziale.
Non
è cosa indifferente che noi ci riuniamo in una università, in un luogo di
produzione e di diffusione delle conoscenze. Noi diciamo sovente qui, in
Francia, che ATTAC è anche un movimento di educazione civica, di educazione
popolare. Per riappropriarci del nostro avvenire, per mostrare che esistono
delle alternative, dobbiamo preventivamente appropriarci dei meccanismi che
reggono questo mondo che noi non vogliamo. Ma questa appropriazione non è
fine a se stessa, e ciò la distingue dall’attività accademica. Essa è
rivolta verso l’azione,
Bisogna
che noi ci dotiamo dei mezzi di agire alla pari per informazione con quelli
che vogliono persuaderci che l’economia e la finanza sono degli affari
d’esperti, fuori portata per i semplici cittadini. Sarà uno degli obiettivi
dei nostri lavori. Non c’è niente che i potenti temano più dei cittadini
informati, dei cittadini cui non si può raccontare qualsiasi panzana. E il
nostro compito prioritario, ciascuno nel luogo dove si trova, è di perseguire
e rafforzare ciò che i nostri amici latinoamericani chiamano la “ coscientizzazione ”.
Noi qui siamo indiscutibilmente più “ coscientizzati ” della
maggioranza dei nostri concittadini. Tocca a noi farne partecipi il più
grande numero a ciò che noi abbiamo imparato e che impareremo. È questa
consapevolezza condivisa, aggiunta alla forza che tutti insieme noi
rappresentiamo, che farà la struttura delle nostre lotte future.
Prima
di rendere la parola a Susan George, che lei da sola è una specie di
Internazionale, tengo a ringraziare, a nome di ATTAC e delle reti associate,
tutti quelli che hanno permesso che questi incontri abbiano luogo.
Primaditutto il Presidente e il Segretario Generale di questa università,
Parigi 8, che, prima a Vicenne, poi qui à Saint-Denis, ha sempre privilegiato
la dimensione internazionale e che, con il suo personale amministrativo, come
con la Direzione e gli studenti del suo Istituto di Studi Europei, ha opérato
per assicurare il successo del nostro incontro. In
seguito il presidente e i membri del Consiglio Generale della Senna-Saint
Denis – dipartimento popolare, e anch’esso particolarmente internazionale
per la diversità d’origine della sua popolazione – il cui appoggio
materiale e morale è stato, e so quel che dico, decisivo. Egualmente i
sindaci delle città di Bondy, Stains, Epinay-sur-Seine, Romainville et La
Courneuve che ci accoglieranno questa sera e domani sera, come anche
l’Associazione dei sindaci comunisti e repubblicani di questo dipartimento
che ci ha portato un sostegno apprezzabile.
Tengo
ugualmente ad esprimere la nostra riconoscenza ai funzionari del Ministero
degli Affari Esteri che, in tempo record e facendo prova di grande
comprensione, hanno permesso di sormontare le difficoltà di ottenimento dei
visti incontrate in certi posti da qualcuno dei nostri invitati stranieri. La
nostra viva riconoscenza pure al Gabinetto del Ministro degli Interni che,
questa mattina, ha sbloccato con urgenza una situazione complicata presso la
polizia dell’aria e delle frontiere dell’aeroporto di Roissy.
Permettetemi
anche di salutare, a nome di noi tutti, i comitati locali e i militanti di
ATTAC che hanno accolto a casa loro molti di noi, stranieri in provincia, e
francesi e stranieri nella regione parigina. Che bell’esempio di solidarietà
militante e internazionalista ! Voglio
ora dire tutto ciò che noi dobbiamo alla formidabile équipe di permanenti
della sede di ATTAC- raggiunti dai volontari – che voi conoscete attravero
Internet o per telefono, sui nomi dei quali ormai metterete un volto. Con i
responsabili del settore internazionale di ATTAC, si sono dati da fare senza
limiti di tempo, dal mattino presto a notte inoltrata, da parecchie settimane.
Per certuni di loro, i più giovani, era la loro prima esperienza di militanza
internazionale. Essi non la dimenticheranno tanto facilmente. E nemmeno la
dimenticheranno i membri dell’équipe di interpreti, anch’essi tutti
volontari, che assicurano il compito estrememente difficile di facilitare la
comunicazione tra noi in una decina di lingue. Un grande e caloroso grazie a
tutti ! Cari
amici, cari compagni di lotta, presto ci metteremo al lavoro per mostrare,
modestamente ma risolutamente, di fronte alla dittatura dei mercati, che sì,
come lo procalma il nostro incontro, è possibile un mondo diverso e che noi
saremo domani ancor più numerosi per edificarlo. Traduit par Mariasilva Bernasconi
|