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Un mondo diverso è possibile

(Incontri internazionali di Parigi del 24, 25 e 26 giugno 1999)

A l'initiative de ATTAC - CADTM - Coordination contre les clônes de l'AMI - DAWN - Forum des alternatives

ATTAC: Proposte. Mondializzazione

La dittatura dei mercati ? Un mondo diverso è possibile

 

Discorso d’apertura di Bernard Cassen, presidente di ATTAC

 

Signori presidenti, cari amici e compagni di lotta,

 

Giusto un anno fa, quando stavamo per fondare, qui in Francia, l’Associazione ATTAC, noi non immaginavamo che in un tempo così breve si sarebbe creato un movimento internazionale vasto, incarnato in questa sala dalle circa 80 delegazioni venute dai quattro angoli del pianeta e che vi saranno presentate da Susan George. Al di là delle nostre differenze e della diversità delle nostre situazioni, ciò che ci riunisce oggi è una diagnosi comune, ma anche una volontà comune, di cui fa fede il titolo stesso di questi incontri : “ La dittatura dei mercati ? Un mondo diverso è possibile. ”

 

La diagnosi comune è ben effettivamente quella delle devastazioni dell’onnipotenza dei mercati finanziari. Mercati tanto liberticidi e tanto funesti su scala internazionale quanto le peggiori tirannidi politiche e militari dei tempi moderni. La nostra volontà comune è quella di rifiutare tale dittatura e di lottare per ottenere che si realizzi un mondo diverso, perché noi pensiamo che effettivamente questo mondo diverso è possibile.

 

Insieme alle reti internazionali associate ad ATTAC nella preparazione di questi incontri – il Comitato per l’annullamente del debito del terzomondo, il Coordinamento contro l’AMI e i suoi cloni, il Forum Mondiale degli Alternativi et DAWN, ossia Alternativa di Sviluppo per le Donne in una Nuova Era -, con voi tutti che rappresentate le forme più diverse dell'impegno politico, sindacale, sociale e civile dell'Africa, del Vicino Oriente, dell’Asia, delle Americhe e dell’Europa, noi costituiamo, in modello ridotto, la rappresentanza di un vero arcipelago internazionale di lotta contro l’egemonia della finanza e contro ciò che chiamerei volontieri il politburo dell’Internazionale ultraliberale.

 

Questo Politburo, che ha come principali membri la Banca Mondiale, il FMI, l’OCDE, l’OMC et il G7, tenta con tutti i mezzi a sua disposizione – e sono numerosi e potenti – di assimilare al bene comune universale ciò che non è di fatto che la gestione implacabile del capitale internazionale.

 

Ho parlato di arcipelago internazionale delle lotte. Un arcipelago è composto di isole e di isolotti. Dappertutto, in tutti gli angoli del mondo, esistono queste isole e questi isolotti di lotta : per l’accesso alla terra, all’acqua, alla salute, all’educazione, al sapere, all’impiego, ai diritti civili, sindacali e democratici, per l’eguaglianza fra uomo e donna. Ma quelli e quelle che conducano queste lotte, lo fanno sovente in modo parallelo e isolato, senza avere coscienza del loro numero. La quasi totalità dei grandi media non fanno evidentemente niente per favorire questa presa di coscienza. Se consacrassero tanto spazio a recensire queste isole e questi isolotti di lotta quanto ne dedicano alle operazioni finanziarie, alle fusioni di imprese e ad altre  attività quatidiane del capitale, si vedrebbe apparire effettivamente un ben diverso paesaggio internazionale.

 

Uno dei primi meriti del nostro raggruppamento, è quello di dare una visibilità globale a delle lotte che restano atomizzate e che si ignorano l’un l’altra. Ed è anche quello di mostrare la loro coerenza e la loro convergenza. Durante i tre giorni noi analizzeremo, noi scambieremo le nostre esperienze e noi elaboreremo delle proposte d’azione per i mesi e gli anni a venire. Soprattutto, noi impareremo a conoscerci in seno ad uno stesso paese, in seno ad uno stesso continente e fra i continenti. Noi getteremo delle passerelle e dei ponti tra di noi.

           

Internet e le reti elettroniche sono un gran bene, tutto questo è persino divenuto indispensabile, e ci dobbiamo felicitare che questo straordinario strumento di comunicazione di cui le multinazionali hanno fatto uno degli elementi maggiori del loro potere, possa anche ritorcersi contro di loro e servire altri fini che il profitto. Ma niente può sostituire i contatti personali, il calore umano che generano e le promesse di attività coordinate che fanno emergere.

           

A questo proposito, gli scambi che noi avremo fra noi al di fuori di questa arena, durante i pasti presi in comune, con i partecipanti ai meeting delle città che noi accoglieremo questa sera e domani sera, nel métro che ci conduce qui all’università di Saint-Denis, e nel fraterno gomito a gomito delle nostre manifestazioni di sabato prossimo, avranno almeno altrettanta importanza di ciò che noi dibatteremo e decideremo nei nostri atelier di lavoro. Questo fattore umano non è soltano, per parlare come gli amministratori delle imprese, un valore aggiunto al nostro incontro. Ne costituisce l’essenziale.

             

Non è cosa indifferente che noi ci riuniamo in una università, in un luogo di produzione e di diffusione delle conoscenze. Noi diciamo sovente qui, in Francia, che ATTAC è anche un movimento di educazione civica, di educazione popolare. Per riappropriarci del nostro avvenire, per mostrare che esistono delle alternative, dobbiamo preventivamente appropriarci dei meccanismi che reggono questo mondo che noi non vogliamo. Ma questa appropriazione non è fine a se stessa, e ciò la distingue dall’attività accademica. Essa è rivolta verso l’azione,

           

Bisogna che noi ci dotiamo dei mezzi di agire alla pari per informazione con quelli che vogliono persuaderci che l’economia e la finanza sono degli affari d’esperti, fuori portata per i semplici cittadini. Sarà uno degli obiettivi dei nostri lavori. Non c’è niente che i potenti temano più dei cittadini informati, dei cittadini cui non si può raccontare qualsiasi panzana. E il nostro compito prioritario, ciascuno nel luogo dove si trova, è di perseguire e rafforzare ciò che i nostri amici latinoamericani chiamano la “ coscientizzazione ”. Noi qui siamo indiscutibilmente più “ coscientizzati ” della maggioranza dei nostri concittadini. Tocca a noi farne partecipi il più grande numero a ciò che noi abbiamo imparato e che impareremo. È questa consapevolezza condivisa, aggiunta alla forza che tutti insieme noi rappresentiamo, che farà la struttura delle nostre lotte future.

           

Prima di rendere la parola a Susan George, che lei da sola è una specie di Internazionale, tengo a ringraziare, a nome di ATTAC e delle reti associate, tutti quelli che hanno permesso che questi incontri abbiano luogo. Primaditutto il Presidente e il Segretario Generale di questa università, Parigi 8, che, prima a Vicenne, poi qui à Saint-Denis, ha sempre privilegiato la dimensione internazionale e che, con il suo personale amministrativo, come con la Direzione e gli studenti del suo Istituto di Studi Europei, ha opérato per assicurare il successo del nostro incontro.

 

In seguito il presidente e i membri del Consiglio Generale della Senna-Saint Denis – dipartimento popolare, e anch’esso particolarmente internazionale per la diversità d’origine della sua popolazione – il cui appoggio materiale e morale è stato, e so quel che dico, decisivo. Egualmente i sindaci delle città di Bondy, Stains, Epinay-sur-Seine, Romainville et La Courneuve che ci accoglieranno questa sera e domani sera, come anche l’Associazione dei sindaci comunisti e repubblicani di questo dipartimento che ci ha portato un sostegno apprezzabile.

             

Tengo ugualmente ad esprimere la nostra riconoscenza ai funzionari del Ministero degli Affari Esteri che, in tempo record e facendo prova di grande comprensione, hanno permesso di sormontare le difficoltà di ottenimento dei visti incontrate in certi posti da qualcuno dei nostri invitati stranieri. La nostra viva riconoscenza pure al Gabinetto del Ministro degli Interni che, questa mattina, ha sbloccato con urgenza una situazione complicata presso la polizia dell’aria e delle frontiere dell’aeroporto di Roissy.

           

Permettetemi anche di salutare, a nome di noi tutti, i comitati locali e i militanti di ATTAC che hanno accolto a casa loro molti di noi, stranieri in provincia, e francesi e stranieri nella regione parigina. Che bell’esempio di solidarietà militante e internazionalista !

 

Voglio ora dire tutto ciò che noi dobbiamo alla formidabile équipe di permanenti della sede di ATTAC- raggiunti dai volontari – che voi conoscete attravero Internet o per telefono, sui nomi dei quali ormai metterete un volto. Con i responsabili del settore internazionale di ATTAC, si sono dati da fare senza limiti di tempo, dal mattino presto a notte inoltrata, da parecchie settimane. Per certuni di loro, i più giovani, era la loro prima esperienza di militanza internazionale. Essi non la dimenticheranno tanto facilmente. E nemmeno la dimenticheranno i membri dell’équipe di interpreti, anch’essi tutti volontari, che assicurano il compito estrememente difficile di facilitare la comunicazione tra noi in una decina di lingue. Un grande e caloroso grazie a tutti !

 

Cari amici, cari compagni di lotta, presto ci metteremo al lavoro per mostrare, modestamente ma risolutamente, di fronte alla dittatura dei mercati, che sì, come lo procalma il nostro incontro, è possibile un mondo diverso e che noi saremo domani ancor più numerosi per edificarlo.

Traduit par Mariasilva Bernasconi